Dal Politecnico un super robot per i nuovi magazzini Amazon
La Stampa
Ci sarà anche un robot «made in Turin», a fine maggio a Seattle, nella sfida internazionale per la realizzazione dei nuovi magazzini e del sistema spedizione di Amazon, colosso mondiale dell'e-commerce. Alla gara parteciperà solo un altro concorrente italiano, con un'altro sistema automatico realizzato dall'Università di Pisa. In tutto, i progetti che si confronteranno a Seattle sono 30, frutto dei maggiori laboratori di ricerca al mondo per la Amazon Picking Challenge. Si tratta della prima competizione del genere, nata non solo per riorganizzare, ma per reinventare radicalmente la gestione dei magazzini da cui partono ogni giorno verso il mondo milioni di beni acquistati online. I due team italiani hanno già superato una prima selezione. Si tratta di una sfida che ha un duplice obiettivo. Oltre a quello finale di creare il nuovo sistema di immagazzinamento, l'Amazon Picking Challenge mira «a stimolare la comunità di ricerca robotica internazionale a escogitare soluzioni avanzate e automatizzate per prendere dagli scaffali gli oggetti ordinati dai clienti online e riporli in pacchi pronti per la spedizione». La competizione prevede tre premi in denaro a una cifra simbolica (20 mila euro per il primo classificato) mentre tutto il software prodotto diventerà «open source», cioè messo gratuitamente a disposizione della comunità scientifica per ulteriori miglioramenti. L'appuntamento a Seattle a fine maggio è nell'ambito di Icra 2015 (Robotics and Automation Society's flagship conference). Il progetto del Politecnico è realizzato con la Comau. «Impiega - spiega uno dei ricercatori del Politecnico, Manuel Del Verme - un robot Racer 999 per realizzare un "braccio" che si muove in sei dimensioni e ha due "mani", una delle quali non ancora vista in commercio». Il «cervello» del robot è un software che sfrutta un sistema di visione e di profondità unito a una webcam per far si che il braccio sappia esattamente che cosa afferrare e dove. L'altro progetto italiano, quello realizzato dal Centro di Ricerca «Piaggio» dell'Università di Pisa e dall'Istituto Italiano di Tecnologia, ha invece come punto di forza «una mano tecnologica con tutti i gradi di libertà di una mano umana», spiega Manolo Garabini, ricercatore dell'ateneo toscano. «E' un singolo motore - aggiunge - a muovere tutte le falangi, permettendo di adattarsi a oggetti molto differenti». Il nuovo sistema per Amazon deve essere in grado di trasportare ogni prodotto dagli scaffali alla spedizione. Qualunque tipo, dai libri agli oggetti della tecnologia più ingombranti, fino alle scatole di dimensioni più ridotte e leggere. «Siamo felici di arrivare a Seattle - conclude Manuel Del Verme -: la qualifica è stata molto complessa, ma la finale è già la dimostrazione dell'ottimo lavoro a Torino»
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